Quando,
per questo, ogni angolo sfugge egualmente ai sensi, paiono levigati al tornio
gli edifici di pietra, non però come quelli che son da presso veramente
rotondi; ma come per un velo d’ombra si scorgono vagamente somiglianti.
Hoc
ubi suffugit sensum simul angulus omnis,
fit quasi ut ad tornum saxorum
structa terantur,non tame nut coram quae sunt vereque rotunda,
sed quasi adumbratim paulum simulate videntur.
IV, vv. 360-363 (p. 283)
In questi versi viene descritto un particolare fenomeno della percezione visiva: l’impressione che gli spigoli, se osservati da lontano, risultano smussati. Nel descrivere ciò Lucrezio impiega un’iperbole (cfr. figura retorica) nella quale utilizza il termine “tornio”. Esso è propriamente una macchina utensile per la lavorazione di un pezzo posto in rotazione. Le origini di questo strumento risalgono all’epoca preistorica (ca. 4500 a.C.) quando si intuì la potenzialità della cosiddetta ruota del vasaio. Intorno al 1300 a.C., gli Egizi ne svilupparono un modello per la lavorazione del legno che funzionava con l’ausilio di due persone: una deputata a provocare la rotazione dell’oggetto attraverso una corda, l’altra lo intagliava con uno strumento affilato.
Figura 1 Una bottega di vasai (Museo della civiltà romana, Roma)
I Romani perfezionarono in seguito il tornio egiziano con l’aggiunta di un arco per gestire la fune. In generale, nel mondo classico veniva impiegato il tornio a pertica: in esso la rotazione del mandrino avveniva attraverso una corda mossa da una pedana e tenuta in tensione da una pertica. La difficoltà consisteva nella discontinuità del moto rotazionale (avanti ed indietro) che richiedeva un’enorme abilità da parte dell’artigiano. I torni erano ampiamente usati anche per conferire alle colonne la caratteristica forma cilindrica. Tutt’oggi tra le popolazioni più rurali, come quelle africane, è diffuso ancora un modello di tornitura simile a quello dell’Antico Egitto.
Figura 2 Tornio ad archetto (Etiopia)
Figura 3 Miniatura raffigurante un tornio ad arco tratta dal codice medioevale Libro de los juegos (1283)
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