Praeterea si iam finitum constituatur
omne quod est spatium, siquis procurrat ad oras
ultimus extremas iaciatque volatile telum,
id validis utrum contortum viribus ire
quo fuerit missum mavis longeque volare,
an prohibere aliquid censes obstareque posse?
I, vv. 968-973 (p. 123)
Il dardo, nominato in questo contesto dall'autore, è un'arma antichissima, risalente alla Preistoria. Ciò che desta particolare interesse è il fatto che l'arco e le frecce furono uno strumento il cui primo utilizzo da parte dell'esercito romano risale non a caso ai tempi di Mario, gli stessi in cui è datata l'opera lucreziana. In precedenza i dardi venivano lanciati a mano con una notevole minore precisione; L'uso di quest'arma da getto è testimoniato da tutte le popolazioni italiche precedenti i latini, tanto che il termine sagitta proviene etimologicamente dalla lingua etrusca.
Documento 1 Punte di frecce militari romane in bronzo
Al di là del fatto che venga menzionato questo strumento, di sicuro non uno tra i più "tecnologici", Lucrezio sembra anticipare miracolosamente il primo principio della dinamica. Difatti la sua asserzione consiste nell'affermare che un dardo scagliato, continuerà incessantemente a percorrere spazio se non vi si oppone qualche altro oggetto ad intercedergli la traiettoria. Nel 1687, nel libro Philosophiae Naturalis Principia Mathematica, Newton affermò che un corpo mantiene il suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme finché una forza non agisce su di esso. Ovviamente Lucrezio non era in grado di considerare che una forza opponente al moto potesse essere semplicemente la gravitazione o l'attrito viscoso dell'aria.
Io possiedo due punte di frecce militari romane e vorrei sapere il valore di queste
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